
"La creatività non dovrebbe mai andare in lockdown", esordisce Luca Varone, ideatore della rassegna "Sharing Art". "In un momento critico per i lavoratori dello spettacolo ho voluto trasformare la crisi in opportunità: concentrarmi sul fermento del mosto. Dopo un primo momento di scoraggiamento, mi sono rimboccato le maniche, ho approfittato dello stop per studiare nuovi linguaggi teatrali". Così Varone ha allestito uno spazio di 5mila metri quadri per assicurare agli attori la possibilità di portare avanti i loro percorsi, generando così anche nuove opportunità di lavoro.

Sicuramente il 2020 è un anno particolare, un anno che ha messo a dura prova le nostre esistenze, un anno in cui io personalmente ho potuto fare due conti con me stessa.
Il 2020 ci ha fatto capire quanto a volte siamo deboli ma allo stesso tempo possiamo essere forti grazie a quello che riusciamo a tirar fuori dal profondo di noi stessi.
Da marzo le nostre vite sono cambiate, ma abbiamo continuato a " resistere" , io stessa ad un certo punto mi sentivo vuota, persa, come se avessi perso tutto ciò che ho cercato di costruire in questi anni.
Ho capito che non ci sarà pandemia al mondo a farmi rinunciare alla bellezza della musica e dell'arte in generale.
Ho trascorso circa due mesi in una residenza artistica, creata da un tipo folle e geniale, a volte anche rompipalle...ma che invece di fare mille chiacchiere ha messo a disposizione con i fatti ciò che aveva a portata di mano, lui si chiama Luca Varone.
Dal nulla ha creato un luogo dove attori/attrici hanno potuto non solo godere di una bellezza e quieta ai piedi del vesuvio, ma hanno avuto la disponibilità di continuare il proprio lavoro, di confrontarsi, di creare e..mentre fuori c'era e ce ancora paura di un mondo che sicuramente non vogliamo !
Condividere la propria arte, creare nuovi linguaggi teatrali e cinematografici e trovare nella crisi nuove opportunità...
Un esperienza indimenticabile, un progetto concepito per dare sostegno gli attori gravemente indeboliti economicamente
dalle conseguenze della pandemia. È rivolto a tutti quegli artisti che hanno perso il lavoro ed uno spazio in cui provare.